Il kit di rilevamento rapido dell'RNA virale senza PCR
05/05/2021
«Dal punto di vista diagnostico stiamo mettendo a punto un kit rapido quali quantitativo che consente di andare a detectare la presenza di RNA virale subgenomico attraverso un approccio mediato da CRISPR Cas12a, quindi questo consentirà non soltanto di andare a discriminare i pazienti positivi affetti da Covid-19 verso i positivi, ma tra i pazienti positivi ci consentirà anche di discriminare tra quelli a alta carica e quelli a bassa carica».
Terapia con PolyP
«La nostra ricerca si è focalizzata sullo studio dell’attività antivirale dei polifosfati inorganici a lunga catena nei confronti di diverse varianti di Sars-Cov-2 inclusa la variante UK.
I polifosfati inorganici sono molecole presenti ubiquitariamente nel nostro organismo. Nel nostro laboratorio abbiamo dissezionato i meccanismi di azione attraverso cui i polifosfati a lunga catena inibiscono l’infezione da Sars-Cov-2. I polifosfati riescono in primis a legare e a promuovere la degradazione del recettore ACE 2, che è una delle proteine responsabili dell’interazione tra Sars-Cov-2 e la cellula ospite, inibendo quindi l’ingresso del virus nella cellula.
I polifosfati riescono anche a legare e a promuovere la degradazione della proteina virale RD RP l’RNA polimerasi e l’RNA dipendente che ha un’attività nel promuovere la trascrizione del genoma virale. Quindi inibiscono anche la replicazione del virus in una cellula infettata.
I polifosfati hanno in più un’attività anti infiammatoria, perché inibiscono l’attivazione di vie di segnalazione infiammatorie e quindi la secrezione di citochine infiammatorie che fanno parte dello storm citochimico nei pazienti affetti da Covid-19, quindi questi risultati aprono sicuramente una strada futura all’utilizzo dei polifosfati nella prevenzione da Sars-Cov-2».
Veronica Ferrucci
Collaboratrice di Progetto
RTDA presso il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche UNINA